venerdì 12 aprile 2013

L’occupazione giovanile a Premana


Sentiamo dalle statistiche nazionali che la disoccupazione giovanile supera il terzo degli under
35enni. - Com’è la situazione a Premana? - Abbiamo intervistato una decina di giovani diplomati
e laureati per parlare di questo argomento - Ci pare siano emerse situazioni interessanti e che comunque
interrogano sull’avvenire.



* * *

Voi siete tutti o diplomati o laureati: lavorate tutti?
Sì.

Per quanto ne sapete, avete coetanei che hanno studiato e che ancora cercano lavoro?
Lavorano tutti. So di qualcuno che ha impiegato qualche anno a trovare lavoro.

Quanto tempo avete impiegato voi per trovare lavoro?
In linea di massima tutti hanno trovato subito. Spesso però fanno un lavoro non strettamente corrispondente con il diploma acquisito.
Qualcuno aveva già fatto degli stage nelle ditte dove sono assunti; altri sono stati richiesti appena diplomati; altri hanno inviato il curriculum e fatto dei colloqui.

Lavorate a Premana o lontano dal paese?
Alcuni lavorano a Premana, però la maggior
parte di quelli che studiano trovano lavoro solo fuori
paese: in Valsassina, Lecco, Colico eccetera.



Siete dipendenti a tempo determinato o indeterminato?
La maggior parte è a tempo indeterminato; c’è qualche apprendista ed anche
qualche assunzione in prova che dovrebbe però diventare a tempo indeterminato.

Insomma de gént in giir a vardà per ario praticamente non ce ne sono, salvo rarissimi casi.

C’è gente, diciamo così, un po’ sfruttata? Assunta senza rispettare sempre le leggi?
Sappiamo di tanti compagni, anche qualche premanese, che lavorano come dipendenti ma prendono stipendi ridicoli, non pagano neppure la benzina... - Però, anche questo, lo fanno sempre in vista di un lavoro fisso... C’è gente assunta in prova che prende proprio una miseria. C’è gente assunta part-time che fa 8 ore...

C’è gente della vostra età che non ha studiato, o non ha conseguito almeno un diploma?
Sì, diversi casi.


E lavorano?
In genere lavorano nella ditta del padre.

Se dovessi consigliare qualcuno su quale tipo di studi intraprendere, cosa consiglieresti?
Io consiglierei il diploma di perito meccanico o simile; e comunque un diploma di scuola professionale.
Un perito meccanico oggi è sicuro di trovare lavoro, se non a Premana, non troppo lontano.
La stessa preparazione in informatica qui intorno non è ricercata... (concordano tutti).



Una domanda curiosa: l’andar fuori da Premana a lavorare comporta secondo voi il rischio che uno si stacchi dal paese ed emigri definitivamente?
Dipende da tante cose; se uno lavora in Valsassina direi di no; se uno va a Lecco o più lontano,  diventa più facile.
Penso che molti, da giovani, sono disponibili anche ad andar fuori, ma sempre pensando di ritornare.

Vi sentite attaccati al paese o questa è per i giovani una cosa indifferente?
Crediamo che i giovani della nostra età siano legati al paese e ben volentieri lavorerebbero qui; anche se sono in Valsassina non lasciano; se però lavorano oltre Lecco, allora qualcuno può farci un pensiero.
Questo specialmente quando ci si sposa, specialmente per le donne... I giovani pensano a Premana; però da giovani si è disponibili anche a qualche avventura...
Ma in genere la gente pensa a Premana: l’elastico tira ancora alla radice.

Dunque da noi disoccupati non ce n’è, o sono casi; cosa ne dite del 35% per cento delle statistiche? Noi dovremmo avere più di settanta giovani in cerca di lavoro?!
Non voglio parlare di quanto non conosco, ma bisogna vedere se al manche püsèe ól
laorà o se invéce al manche la vöie...
Noi pensiamo che se veramente vuoi lavorare, ne trovi, almeno qui.
So per esempio di ragazze che hanno conseguito la laurea breve ma che studiano ancora perchè non hanno trovato un impiego... Qui da noi mancano i tecnici, gli operai di una volta, che
adesso devono essere periti; ed il perito anche in una officina di forbici oggi ci sta bene.

Il sistema di far forbici è cambiato, ci sono macchine a controllo numerico, eccetera, che richiedono anche gente preparata per la messa a punto e la manutenzione: periti, anche ingegneri...

Parlate del rapporto scuola-lavoro.
La scuola è obbligatoria, e va bene; ma io penso che anni addietro preparava meglio. La scuola ed il lavoro secondo me non si avvicinano, ma si allontanano...
C’è sempre più distanza, secondo me la scuola non prepara al lavoro. La scuola è arretrata, non è capace di stare al passo. Secondo me la scuola in sé ti insegna a ragionare, ad usare la testa ed in questo senso è la base; poi, se hai acquisito questa capacità di base, ti adegui, indipendentemente dal lavoro che fai in pratica.
Proprio per questo a me viene da dire ai ragazzi: studiate. Magari la scuola non prepara in modo specifico, ma oggi un diploma, una laurea sono comunque un biglietto da visita. E comunque lo studio ti apre la mente, ti aiuta a ragionare e ad affrontare tanti problemi in modo più sicuro.

Avete qualche consiglio da dare?
Per trovare lavoro, secondo me conta tanto l’approccio. Credo che uno debba andare, presentarsi, chiedere personalmente, e non solo spedire lettere...
Bisogna andare e fare il colloquio, dimostrandosi persona matura, capace di gestirsi; non, per esempio, presentandosi con i genitori... Bisogna mostrare maturità, indipendenza,  intraprendenza; insomma: niente imbranati!

Per vostra esperienza avete rilevato qualche volta che i premanesi come dipendenti sono ricercati?
Pare che in Valsassina i dipendenti premanesi siano tenuti in considerazione, tuttavia per noi è difficile dire...
Però, guardando le fogge e le sagome di tanti che ci sono in giro, bisogna dire che, anche solo la  serietà nella presentazione (niente crèst, anéi e ròbe dól gener)... può risultare vincente in tante situazioni.

C’è gente che pensa di fare l’imprenditore, di continuare l’attività del padre e di sperimentare qualcosa di nuovo?
Non è certo facile come trent’anni fa.
Si è abbastanza pessimisti; si pensa comunque a quello che già c’è; c’è chi pensa al turismo... ma forse prima si deve muovere qualcos’altro.


Questa tabella, forse incompleta, prende comunque in considerazione 151 individui maschi e femmine di sette classi, dai 20 ai 26 anni.



- Come si può vedere non si rileva nessun disoccupato e sette disoccupate, alcune delle quali sono però casalinghe e non cercano lavoro. - Per qualche classe ci è forse sfuggito qualche individuo ed inoltre i dati possono già essere cambiati dall’atto della rilevazione. - Il campione e le suddivisioni sono comunque attendibili e ci sembrano significative. - Stando alle statistiche ufficiali, dovremmo avere più di cinquanta di queste persone in cerca di lavoro…

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