mercoledì 30 aprile 2014
sabato 19 aprile 2014
La qualità della vita a Premana
Prendendo
spunto dalla classifica della qualità della vita delle province
italiane redatta ogni anno da Il Sole 24 Ore, abbiamo provato
a riflettere in redazione sulla qualità della vita a Premana: senza
avere la pretesa di dare un punteggio al nostro paese e volerlo
mettere da qualche parte nella classifica, ma semplicemente per
cercare di ragionare su come si vive qui, su quali sono gli aspetti
positivi e quelli negativi, analizzando anche qualche dato che siamo
riusciti a raccogliere.
L'indagine
realizzata da Il Sole è suddivisa in sei settori principali:
Tenore di Vita - Affari e Lavoro - Servizi, Ambiente e Salute -
Popolazione - Ordine Pubblico e Tempo Libero. In questo articolo
prenderemo in considerazione i primi due, quelli relativi alla
situazione economica ed al lavoro, lasciando gli altri argomenti al
prossimo numero.
La
Provincia di Lecco ha ottenuto il 45° posto della classifica
generale, l'anno precedente era giunta 57a; fra le
province limitrofe è quella che ha conseguito il piazzamento
peggiore: Sondrio si è classificata 11a, Bergamo 33a
e Como 42a.
Ai
primi tre posti troviamo rispettivamente Trento, Bolzano e Bologna;
Milano, invece, ha ottenuto il 10° posto.
Tenore di Vita
La nostra provincia ha
ottenuto il miglior risultato parziale, 17° posto, proprio nella
graduatoria relativa al tenore di vita, calcolato tenendo in
considerazione il PIL pro capite, i depositi bancari, l'importo medio
delle pensioni, il trend dei consumi, l'inflazione ed il costo della
casa.
Non
avendo a disposizione dati relativi al PIL, abbiamo confrontato il
reddito medio pro capite con quello degli altri paesi della provincia
e sono emersi due fatti: che il reddito(1) dei premanesi è
il 6° più basso della provincia - dietro di noi solo Pagnona,
Introzzo, Vestreno, Vendrogno e Carenno – e che Premana è il
secondo comune con la più bassa percentuale di dichiaranti IRPEF.
Questi
dati ci hanno decisamente sorpresi, in quanto Premana si caratterizza
per un alto tasso di
imprenditorialità (9 imprese ogni
100 abitanti), superiore alla media provinciale, ed un tasso
di disoccupazione molto basso, il che riteniamo faccia
percepire alla maggior parte di noi di avere un buon tenore di vita,
superiore rispetto ad altri paesi limitrofi dove ci sono meno
attività produttive ed i redditi provengono prevalentemente da
lavoro dipendente.
È
pur vero che spesso i media mettono in evidenza come, a livello
nazionale, il reddito medio dichiarato dei lavoratori autonomi sia
inferiore rispetto a quello dei lavoratori dipendenti e,
probabilmente, in questo caso Premana non fa eccezione.
Il
reddito medio pro capite dei Premanesi è stato nel 2011 (ultimo dato
ufficiale disponibile) pari a € 11.205 (10.450 nel 2010), inferiore
rispetto alla media nazionale, che nel 2010 è stata € 11.787 (non
è ancora disponibile quello del 2011). Durante la discussione in
redazione è per altro emerso che, pur in presenza di un reddito
basso, il costo della vita a Premana non è particolarmente elevato:
la quasi totalità dei cittadini abita in case di proprietà, le
occasioni di consumo sono poche, gli svaghi a pagamento sono
difficilmente accessibili e dunque meno frequentati che altrove e
molti di noi preferiscono passare i fine settimana o parte del tempo
libero sugli alpeggi, o comunque godendo del territorio che ci
circonda. … Allo stesso tempo, ci pare tuttavia che le
disponibilità finanziarie siano notevoli, basti osservare la qualità
dell'abbigliamento, la qualità delle abitazioni, sia in paese che
sugli alpeggi, le vacanze di molti in Italia e all'estero, i notevoli
incassi realizzati in occasioni di past ed altre feste, solo
per citare qualche esempio tangibile.
È
probabile che una parte di questo benessere provenga anche da rendite
su capitali accumulati nei decenni passati, quando la situazione
economica era molto migliore, oppure che ci sia una maggior
propensione alla spesa rispetto al passato e quindi meno attenzione
al risparmio.
Un
altro fattore che probabilmente incide sulla percezione di avere un
alto tenore di vita è una ripartizione della ricchezza più
omogenea, a Premana, rispetto alla media italiana: in Italia il 5%
della popolazione possiede il 20% della ricchezza, qui forse, pur non
mancando qualche benestante sopra la media, la maggior parte della
ricchezza è suddivisa fra un grande numero di famiglie.
Il
basso numero di dichiaranti IRPEF può essere riconducibile alla
quantità ancora ridotta di donne lavoratrici, come vedremo più
avanti.
Il
patrimonio immobiliare è stato creato prevalentemente negli anni
'70/'80, grazie ad una situazione economica molto favorevole, ma
anche ad uno stile di vita diverso da quello attuale (12 ore di
lavoro al giorno, sabato compreso, poche ferie, famiglie residenti
sugli alpeggi per tutta l'estate, pochissime vacanze al mare, poche
spese, ecc.). La consapevolezza che quello immobiliare fosse
l'investimento giusto per il futuro, ha di fatto garantito alla quasi
totalità della popolazione di abitare in case di proprietà, creando
una disponibilità di unità abitative anche per i figli ed evitando,
quindi, quelle spese per l'affitto che rappresentano per molte
famiglie italiane una voce che incide pesantemente sul bilancio.
Il
rovescio della medaglia è rappresentato dalle abitazioni lasciate
libere, soprattutto nel centro storico, unitamente ai tanti
fabbricati nei lööch (soprattutto quelli più vicini al
paese e meno godibili per passarci il fine settimana o le vacanze),
che rappresentano una spina nel fianco per le finanze familiari a
causa delle tasse elevate e dei costi di manutenzione. Infatti
numerose sono le case in vendita e rari gli acquirenti.
Come
rivalorizzare questo patrimonio immobiliare? Tale valorizzazione
potrebbe veramente costituire un punto di svolta per l'economia
locale, ma attraverso quali strumenti e strategie?
L'attuazione
di politiche a favore della ristrutturazione delle vecchie case,
invece che della realizzazione di nuove unità abitative alla
periferia del paese, consentirebbe un miglior utilizzo del patrimonio
e permetterebbe di rivitalizzare il centro storico, alcune aree del
quale sono ormai completamente disabitate e talora fatiscenti.
Da
tempo si parla dello sviluppo del turismo: se si riuscisse davvero a
rendere il nostro paese più appetibile dal punto di vista turistico,
anche offrendo in affitto un maggior numero di appartamenti (mono e
bi-locali), si contribuirebbe all'economia di qualche famiglia le cui
risorse sono state messe a dura prova in questi anni di crisi.
I
prezzi delle abitazioni non sono particolarmente elevati, ma la
popolazione in leggera diminuzione e la posizione periferica di
Premana - che scoraggia il trasferimento di famiglie provenienti da
altri centri, come invece avviene, ad esempio, nei paesi vicini a
Lecco - rendono difficile pensare ad altre possibilità di utilizzo
del patrimonio immobiliare.
Affari e Lavoro
Il
numero delle imprese registrate, 9 ogni 100 abitanti, come si diceva,
è leggermente superiore alla media provinciale. Ad oggi risultano
presenti circa 200 imprese, un numero inferiore rispetto al passato,
ma che dà ancora lavoro a circa 800 persone, 100 delle quali non
residenti e circa 400 impiegate nel settore manifatturiero della
forbiceria e coltelleria, che resta ancora il settore trainante.
Circa 300 sono i pendolari.
Il
comparto degli articoli da taglio ha recuperato bene dopo la forte
crisi del 2009/2010, la produzione e l'occupazione sono tornate
addirittura e livelli leggermente superiori a prima della crisi,
grazie alla forte propensione all'export delle aziende,
sopperendo in questo modo al forte calo delle vendite avvenuto sul
mercato interno.
La
tenuta dell'occupazione in questo settore è fondamentale per
l'economia locale ma c'è la fondata preoccupazione che nel giro di
10-15 anni il numero di aziende possa diminuire, a causa della
mancanza di ricambio generazionale per molte di esse, con la
conseguente probabile perdita di qualche decina di posti di lavoro.
Un settore che vedrà un ulteriore aumento degli addetti è invece
quello legato alla cura degli anziani, visto il forte aumento della
popolazione di terza età ed il prolungamento dell’aspettativa di
vita; qualche altro posto, si spera, potrebbe essere creato nel
settore del turismo.
È
quasi del tutto assente il fenomeno dei fallimenti e delle
inadempienze finanziare, grazie alla serietà e all'oculatezza
degli imprenditori, mentre in provincia si registrano 26 fallimenti
ogni 1.000 imprese e a Bolzano - prima classificata in questo ambito
- solo 6,6 su 1.000.
Il
tasso di occupazione femminile è del 40% circa
(approssimativamente 250 in paese, più una trentina di pendolari),
inferiore alla media provinciale, che è pari al 53%, e nazionale
(47%); molte sono occupate a tempo parziale, mentre poche sono le
donne imprenditrici (35)
Questo
dato può essere ovviamente letto in due modi: secondo la cultura
attualmente prevalente la donna deve avere un lavoro, sia per
desiderio di realizzazione personale, sia per necessità di
contribuire al bilancio famigliare; secondo una mentalità ormai in
parte sorpassata, invece, se la donna sta a casa, può meglio
provvedere alla famiglia, in particolar modo ai figli, garantendo
quindi una maggior solidità della stessa e togliendo al marito
l’incombenza di condividere le occupazioni/preoccupazioni
domestiche.
L'ultimo
elemento preso in considerazione da Il Sole 24 Ore, per quando
riguarda gli affari ed il lavoro, è il numero di start up
innovative: prima provincia in assoluto è risultata
Trento, con 15,93 aziende ogni 10.000 giovani; la provincia di Lecco
si è classificata 78a con 0,93 imprese ogni 10.000. È
evidente come, in un ambiente ristretto come il nostro e nella
situazione economica attuale, sia già un' ”impresa” avviare una
nuova attività, figuriamoci se “innovativa”. Ciononostante
crediamo sia lecito sperare che, fra il grande numero di giovani
diplomati e laureati presenti a Premana, prima o poi possa nascere
qualche attività: le nuove tecnologie ormai accessibili a tutti
offrono opportunità che fino a qualche anno fa non erano
immaginabili.
Vale
la pena di concludere con alcune riflessioni. Innanzitutto la
percezione della qualità della vita è determinata da numerosi
fattori, alcuni dei quali molto soggettivi e legati alla cultura o
allo stile di vita tipico di una piccola comunità come la nostra.
Non tutto, dunque, è quantificabile. (Ad esempio: quanto vale in
termini di qualità della vita un posto di lavoro sotto casa o
comunque a pochi minuti di distanza? Quanto vale il trasferimento in
auto non appesantito dal traffico e dalle code cittadine?).
Il
tenore di vita, poi, non è determinato solo dalle entrate ma anche
dalle uscite, sia quelle effettivamente necessarie sia quelle
“imposte” dalla mentalità dominante, spesso inculcataci da una
pubblicità martellante e dai modelli proposti dalla società - anche
a Premana e non solo fra i giovanissimi.
Nel seconda parte, che
pubblicheremo sul prossimo numero, prenderemo in considerazione altri
aspetti della qualità della vita, meno legati all'economia ma
riguardanti i Servizi e l'Ambiente, la Popolazione, l'Ordine Pubblico
ed il Tempo Libero.
* I dati numerici
riportati e l'intero svolgersi del dibattito fanno riferimento alla
situazione generale premanese, prima che si venisse a conoscenza
delle drammatiche notizie che riguardano la Fiskars - Montana, con la
prospettiva concreta di una consistente perdita di posti di lavoro.
(1) il reddito è
calcolato dividendo il totale dei redditi per la popolazione
complessiva
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