sabato 19 aprile 2014

La qualità della vita a Premana

Prendendo spunto dalla classifica della qualità della vita delle province italiane redatta ogni anno da Il Sole 24 Ore, abbiamo provato a riflettere in redazione sulla qualità della vita a Premana: senza avere la pretesa di dare un punteggio al nostro paese e volerlo mettere da qualche parte nella classifica, ma semplicemente per cercare di ragionare su come si vive qui, su quali sono gli aspetti positivi e quelli negativi, analizzando anche qualche dato che siamo riusciti a raccogliere.
L'indagine realizzata da Il Sole è suddivisa in sei settori principali: Tenore di Vita - Affari e Lavoro - Servizi, Ambiente e Salute - Popolazione - Ordine Pubblico e Tempo Libero. In questo articolo prenderemo in considerazione i primi due, quelli relativi alla situazione economica ed al lavoro, lasciando gli altri argomenti al prossimo numero.

La Provincia di Lecco ha ottenuto il 45° posto della classifica generale, l'anno precedente era giunta 57a; fra le province limitrofe è quella che ha conseguito il piazzamento peggiore: Sondrio si è classificata 11a, Bergamo 33a e Como 42a.
Ai primi tre posti troviamo rispettivamente Trento, Bolzano e Bologna; Milano, invece, ha ottenuto il 10° posto.

Tenore di Vita

La nostra provincia ha ottenuto il miglior risultato parziale, 17° posto, proprio nella graduatoria relativa al tenore di vita, calcolato tenendo in considerazione il PIL pro capite, i depositi bancari, l'importo medio delle pensioni, il trend dei consumi, l'inflazione ed il costo della casa.
Non avendo a disposizione dati relativi al PIL, abbiamo confrontato il reddito medio pro capite con quello degli altri paesi della provincia e sono emersi due fatti: che il reddito(1) dei premanesi è il 6° più basso della provincia - dietro di noi solo Pagnona, Introzzo, Vestreno, Vendrogno e Carenno – e che Premana è il secondo comune con la più bassa percentuale di dichiaranti IRPEF.
Questi dati ci hanno decisamente sorpresi, in quanto Premana si caratterizza per un alto tasso di imprenditorialità (9 imprese ogni 100 abitanti), superiore alla media provinciale, ed un tasso di disoccupazione molto basso, il che riteniamo faccia percepire alla maggior parte di noi di avere un buon tenore di vita, superiore rispetto ad altri paesi limitrofi dove ci sono meno attività produttive ed i redditi provengono prevalentemente da lavoro dipendente.
È pur vero che spesso i media mettono in evidenza come, a livello nazionale, il reddito medio dichiarato dei lavoratori autonomi sia inferiore rispetto a quello dei lavoratori dipendenti e, probabilmente, in questo caso Premana non fa eccezione.
Il reddito medio pro capite dei Premanesi è stato nel 2011 (ultimo dato ufficiale disponibile) pari a € 11.205 (10.450 nel 2010), inferiore rispetto alla media nazionale, che nel 2010 è stata € 11.787 (non è ancora disponibile quello del 2011). Durante la discussione in redazione è per altro emerso che, pur in presenza di un reddito basso, il costo della vita a Premana non è particolarmente elevato: la quasi totalità dei cittadini abita in case di proprietà, le occasioni di consumo sono poche, gli svaghi a pagamento sono difficilmente accessibili e dunque meno frequentati che altrove e molti di noi preferiscono passare i fine settimana o parte del tempo libero sugli alpeggi, o comunque godendo del territorio che ci circonda. … Allo stesso tempo, ci pare tuttavia che le disponibilità finanziarie siano notevoli, basti osservare la qualità dell'abbigliamento, la qualità delle abitazioni, sia in paese che sugli alpeggi, le vacanze di molti in Italia e all'estero, i notevoli incassi realizzati in occasioni di past ed altre feste, solo per citare qualche esempio tangibile.
È probabile che una parte di questo benessere provenga anche da rendite su capitali accumulati nei decenni passati, quando la situazione economica era molto migliore, oppure che ci sia una maggior propensione alla spesa rispetto al passato e quindi meno attenzione al risparmio.
Un altro fattore che probabilmente incide sulla percezione di avere un alto tenore di vita è una ripartizione della ricchezza più omogenea, a Premana, rispetto alla media italiana: in Italia il 5% della popolazione possiede il 20% della ricchezza, qui forse, pur non mancando qualche benestante sopra la media, la maggior parte della ricchezza è suddivisa fra un grande numero di famiglie.
Il basso numero di dichiaranti IRPEF può essere riconducibile alla quantità ancora ridotta di donne lavoratrici, come vedremo più avanti.

Il patrimonio immobiliare è stato creato prevalentemente negli anni '70/'80, grazie ad una situazione economica molto favorevole, ma anche ad uno stile di vita diverso da quello attuale (12 ore di lavoro al giorno, sabato compreso, poche ferie, famiglie residenti sugli alpeggi per tutta l'estate, pochissime vacanze al mare, poche spese, ecc.). La consapevolezza che quello immobiliare fosse l'investimento giusto per il futuro, ha di fatto garantito alla quasi totalità della popolazione di abitare in case di proprietà, creando una disponibilità di unità abitative anche per i figli ed evitando, quindi, quelle spese per l'affitto che rappresentano per molte famiglie italiane una voce che incide pesantemente sul bilancio.
Il rovescio della medaglia è rappresentato dalle abitazioni lasciate libere, soprattutto nel centro storico, unitamente ai tanti fabbricati nei lööch (soprattutto quelli più vicini al paese e meno godibili per passarci il fine settimana o le vacanze), che rappresentano una spina nel fianco per le finanze familiari a causa delle tasse elevate e dei costi di manutenzione. Infatti numerose sono le case in vendita e rari gli acquirenti.



Come rivalorizzare questo patrimonio immobiliare? Tale valorizzazione potrebbe veramente costituire un punto di svolta per l'economia locale, ma attraverso quali strumenti e strategie?
L'attuazione di politiche a favore della ristrutturazione delle vecchie case, invece che della realizzazione di nuove unità abitative alla periferia del paese, consentirebbe un miglior utilizzo del patrimonio e permetterebbe di rivitalizzare il centro storico, alcune aree del quale sono ormai completamente disabitate e talora fatiscenti.
Da tempo si parla dello sviluppo del turismo: se si riuscisse davvero a rendere il nostro paese più appetibile dal punto di vista turistico, anche offrendo in affitto un maggior numero di appartamenti (mono e bi-locali), si contribuirebbe all'economia di qualche famiglia le cui risorse sono state messe a dura prova in questi anni di crisi.
I prezzi delle abitazioni non sono particolarmente elevati, ma la popolazione in leggera diminuzione e la posizione periferica di Premana - che scoraggia il trasferimento di famiglie provenienti da altri centri, come invece avviene, ad esempio, nei paesi vicini a Lecco - rendono difficile pensare ad altre possibilità di utilizzo del patrimonio immobiliare.

Affari e Lavoro

Il numero delle imprese registrate, 9 ogni 100 abitanti, come si diceva, è leggermente superiore alla media provinciale. Ad oggi risultano presenti circa 200 imprese, un numero inferiore rispetto al passato, ma che dà ancora lavoro a circa 800 persone, 100 delle quali non residenti e circa 400 impiegate nel settore manifatturiero della forbiceria e coltelleria, che resta ancora il settore trainante. Circa 300 sono i pendolari.
Il comparto degli articoli da taglio ha recuperato bene dopo la forte crisi del 2009/2010, la produzione e l'occupazione sono tornate addirittura e livelli leggermente superiori a prima della crisi, grazie alla forte propensione all'export delle aziende, sopperendo in questo modo al forte calo delle vendite avvenuto sul mercato interno.
La tenuta dell'occupazione in questo settore è fondamentale per l'economia locale ma c'è la fondata preoccupazione che nel giro di 10-15 anni il numero di aziende possa diminuire, a causa della mancanza di ricambio generazionale per molte di esse, con la conseguente probabile perdita di qualche decina di posti di lavoro. Un settore che vedrà un ulteriore aumento degli addetti è invece quello legato alla cura degli anziani, visto il forte aumento della popolazione di terza età ed il prolungamento dell’aspettativa di vita; qualche altro posto, si spera, potrebbe essere creato nel settore del turismo.

È quasi del tutto assente il fenomeno dei fallimenti e delle inadempienze finanziare, grazie alla serietà e all'oculatezza degli imprenditori, mentre in provincia si registrano 26 fallimenti ogni 1.000 imprese e a Bolzano - prima classificata in questo ambito - solo 6,6 su 1.000.

Il tasso di occupazione femminile è del 40% circa (approssimativamente 250 in paese, più una trentina di pendolari), inferiore alla media provinciale, che è pari al 53%, e nazionale (47%); molte sono occupate a tempo parziale, mentre poche sono le donne imprenditrici (35)
Questo dato può essere ovviamente letto in due modi: secondo la cultura attualmente prevalente la donna deve avere un lavoro, sia per desiderio di realizzazione personale, sia per necessità di contribuire al bilancio famigliare; secondo una mentalità ormai in parte sorpassata, invece, se la donna sta a casa, può meglio provvedere alla famiglia, in particolar modo ai figli, garantendo quindi una maggior solidità della stessa e togliendo al marito l’incombenza di condividere le occupazioni/preoccupazioni domestiche.

L'ultimo elemento preso in considerazione da Il Sole 24 Ore, per quando riguarda gli affari ed il lavoro, è il numero di start up innovative: prima provincia in assoluto è risultata Trento, con 15,93 aziende ogni 10.000 giovani; la provincia di Lecco si è classificata 78a con 0,93 imprese ogni 10.000. È evidente come, in un ambiente ristretto come il nostro e nella situazione economica attuale, sia già un' ”impresa” avviare una nuova attività, figuriamoci se “innovativa”. Ciononostante crediamo sia lecito sperare che, fra il grande numero di giovani diplomati e laureati presenti a Premana, prima o poi possa nascere qualche attività: le nuove tecnologie ormai accessibili a tutti offrono opportunità che fino a qualche anno fa non erano immaginabili.

Vale la pena di concludere con alcune riflessioni. Innanzitutto la percezione della qualità della vita è determinata da numerosi fattori, alcuni dei quali molto soggettivi e legati alla cultura o allo stile di vita tipico di una piccola comunità come la nostra. Non tutto, dunque, è quantificabile. (Ad esempio: quanto vale in termini di qualità della vita un posto di lavoro sotto casa o comunque a pochi minuti di distanza? Quanto vale il trasferimento in auto non appesantito dal traffico e dalle code cittadine?).
Il tenore di vita, poi, non è determinato solo dalle entrate ma anche dalle uscite, sia quelle effettivamente necessarie sia quelle “imposte” dalla mentalità dominante, spesso inculcataci da una pubblicità martellante e dai modelli proposti dalla società - anche a Premana e non solo fra i giovanissimi.

Nel seconda parte, che pubblicheremo sul prossimo numero, prenderemo in considerazione altri aspetti della qualità della vita, meno legati all'economia ma riguardanti i Servizi e l'Ambiente, la Popolazione, l'Ordine Pubblico ed il Tempo Libero.

* I dati numerici riportati e l'intero svolgersi del dibattito fanno riferimento alla situazione generale premanese, prima che si venisse a conoscenza delle drammatiche notizie che riguardano la Fiskars - Montana, con la prospettiva concreta di una consistente perdita di posti di lavoro.

(1) il reddito è calcolato dividendo il totale dei redditi per la popolazione complessiva



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