domenica 13 ottobre 2013

Centrali Mini-idroelettriche

Pubblichiamo un articolo ricevuto dal Comitato "Salviamo i nostri Torrenti"
CENTRALI MINI–IDROELETTRICHE NEL TERRITORIO DI PREMANA…TRA “VOCI” E “SENTITO DIRE” FACCIAMO IL PUNTO DELLA SITUAZIONE

Negli ultimi tempi si è sentito parlare spesso in paese di centrali idroelettriche,  a volte come chiacchiere da bar, altre volte sugli alpeggi magari in occasione dei “Past”, qualche volta sui giornali o su Valsassina News ma forse, perché ognuno possa farsi una propria opinione, è opportuno riportare i fatti in modo oggettivo per illustrare una situazione che inevitabilmente porterà pesanti conseguenze per Premana e per le future generazioni. Quanto esposto in seguito sono dati tecnici ed informazioni supportati da documenti ufficiali reperiti presso enti o ottenuti da tecnici del settore.
Per prima cosa sottolineiamo che il territorio premanese, così come altri comuni in Valsassina, è sottoposto ad un vero e proprio attacco da parte degli investitori privati che stanno sfruttando il grande business del momento; i forti incentivi regolamentati e previsti dal DM del 6 luglio 2012 fanno si che la realizzazione di piccoli impianti idroelettrici, che hanno un impatto veramente modesto sul fabbisogno nazionale di energia elettrica, generino invece per i soggetti realizzatori proventi per milioni di euro. Basti pensare alla centralina idroelettrica realizzata a giugno 2012 in località Ciudrino che ha generato, nel periodo che va dall'attivazione al mese di dicembre 2012 un fatturato a favore dei privati di 580.000€; le proiezioni su di un anno di produzione evidenziano un fatturato intorno ai 900.000€, fatturato che gli incentivi garantiranno ogni anno per i prossimi 20 anni.
Ma lasciamo perdere per il momento l’aspetto economico legato a questi investimenti e parliamo invece della ricaduta sull’ambiente e sulla nostra amata Premana; oltre alla centralina idroelettrica in località Ciudrino, è prossima la realizzazione della centrale idroelettrica sul torrente Fraina; per quest’opera l’iter autorizzativo è giunto alla fine e dopo un’ultima  “Conferenza dei servizi”, che si esprimerà solo in termini di transito sulle strade d’accesso alle aree e occupazione del territorio comunale, partiranno le ruspe. La stessa sorte toccherà a breve anche alla nostra amata valle del Forno visto che, dopo la conclusione di un contenzioso legale fra due ditte concorrenti, partiranno i lavori per la realizzazione delle opere di presa in prossimità della “Casine” del “Forno zott”. Nonostante rassicurazioni da parte dell’amministrazione comunale, sulla non realizzazione di un’ulteriore captazione sul Varrone, e nello specifico al “Pè di Larecc”, è bastato recarsi presso l’ente competente in materia, ovvero la Provincia di Lecco, per sapere che la ditta privata interessata a questa ulteriore captazione non ha ritirato, per il momento, la domanda di derivazione idroelettrica; quindi come per la centralina che verrà realizzata più a valle, sotto Casarsa, se l’iter dovesse continuare si arriverà fra qualche anno a vedere una bella gettata di cemento in corrispondenza del “Pè di Larecc” e la quasi totale scomparsa della nostra amatissima cascata del “Fontanoon dal Dent”. Si perché al di là dell’assicurazione di progettisti e responsabili di tali opere, che chiaramente hanno fortissimi interessi alla realizzazione, la legge prevede un rilascio d’acqua dopo la captazione di soli 50 litri al secondo che, come ampiamente descritto sulle relazioni di geologi e naturalisti del settore, appositamente consultati, sarà completamente assorbita dal fondo ghiaioso e frammentato del torrente. Ne è un esempio l’enorme moria di trote, ampiamente documentata da fotografie, verificatasi a valle della centralina in località Ciudrino, dove la mancanza d’acqua ha creato trappole mortali per i pesci per mancanza di nutrimento e surriscaldamento dell’acqua. Ma questo è forse l’aspetto meno rilevante delle conseguenze che il prosciugamento dei torrenti avrà sull’ecosistema del territorio premanese; purtroppo opere del tutto analoghe, già realizzate in Valtellina e nel Comasco, hanno
dimostrato l’impatto devastante che la mancanza del normale flusso dell’acqua nel letto del torrente porta in termini di regolamentazione del deposito di detriti e nel contenimento dell’avanzata della vegetazione. Con il passare del tempo la quasi totale assenza di acqua porta la vegetazione a ricoprire ed assorbire completamente il letto del torrente. Purtroppo tutto questo toccherà anche ai nostri amati torrenti sia in Val Fraina, che nella valle del Forno che nella Val Marcia; proprio quest’ultima valle che, viene riconosciuta a livello regionale come ultima corso d’acqua ancora sostanzialmente vergine, è soggetta ad una domanda di captazione che porterà al sostanziale prosciugamento di 2Km di torrente. Stessa sorte toccherà anche alla valle di Deleguaggio visto che, la procedura per la captazione del Varroncello di Pagnona, è solo sospesa grazie ad un’azione legale da parte di alcuni cittadini, ma potrebbe arrivare a breve ad una conclusione infausta per quel corso d’acqua. Tirando le fila del discorso e considerando la captazione ENEL presente da anni in località “Deleguaschè”, sul territorio del Comune di Premana incombono sette impianti idroelettrici (se tutti realizzati il territorio di Premana sarà quello con la più alta concentrazione di impianti idroelettrici in tutta Italia), per un totale di 14Km su 15 di torrente dove l’acqua scorrerà all’interno di un tubo. Per concludere il discorso e per avere una visione complessiva ed organica di tutta la questione, è utile però tornare anche sull’aspetto economico prima citato, perché quello che muove il settore idroelettrico, non è certo l’amore per l’ambiente o la necessità di incrementare la produzione di energia elettrica ma una pura questione speculativa. A fronte di un forte calo del fabbisogno d’energia elettrica in Italia, dovuto in particolar modo alla crisi economica, si assiste ad un proliferare di questi impianti idroelettrici, che generano flussi di cassa milionari dovuti agli incentivi governativi, che ogni cittadino si trova a dover poi pagare come voce di spesa sulla bolletta elettrica. Esaminando i progetti depositati in Regione dalle ditte private proponenti, si vede che complessivamente, non andando a considerare la derivazione ENEL esistente, lo sfruttamento dei nostri torrenti genererà ogni anno un flusso di cassa di circa 5.000.000€ a favore dei soggetti privati.

Certo come è stato scritto sul notiziario comunale “Premana Informa” di qualche tempo fa, possiamo pensare che i costi di manutenzione di queste centrali sono altissimi, che c’è una forte tassazione e elevati costi amministrativi e che quindi tutto sommato è stato conveniente accordarsi per avere un indennizzo di circa 130.000€ lordi all'anno lasciando fare le centrali ai privati; ma se fosse proprio come descritto dall'amministrazione comunale uno si chiede se questi soggetti privati siano dei folli o magari degli sprovveduti o gente troppo generosa che fa guadagnare il nostro comune sobbarcandosi spese e grattacapi....purtroppo è bastato andare a fondo negli aspetti fiscali e verificare nel dettaglio la situazione per capire che le cose non stanno proprio così. Questi impianti hanno costi di manutenzione irrisori, infatti se ben progettati e realizzati con macchinari e prodotti di qualità, sono sostanzialmente esenti da manutenzione; i millantati costi amministrativi propinati dall'amministrazione comunale sul notiziario informativo si riducono in realtà a pratiche amministrative ordinarie. Ma non c’è bisogno di stare a sindacare su quello che è stato detto per capire la realtà delle cose, basta infatti recarsi dai nostri vicini del Comune di Gerola Alta che, hanno deciso di non lasciarsi portare via l’acqua da dei privati, accontentandosi di misure compensativi irrisorie, ma hanno deciso che se proprio dovevano sacrificare l’acqua e l’ambiente era meglio farlo per il comune ed i propri cittadini.
Deflusso minimo vitale in zona Ciüdrìin


Si il Comune di Gerola ha deciso di non accontentarsi delle briciole, di misure compensative francamente ridicole come quelle prospettate dall’amministrazione premanese, ma ha portato avanti l’iter e ha realizzato una propria centrale fondando una società partecipata del Comune al 100%. I bilanci di questa società possono essere richiesti da chiunque ed è francamente avvilente, pensando a Premana, vedere che il comune di Gerola mette a bilancio un introito netto di 300.000€ all’anno. A fronte di un fatturato di 600.000€, generato dagli incentivi, e considerando le quote d’ammortamento dell’investimento iniziale, nei primi anni di vita dell’impianto il comune di Gerola ha ricavi netti per 300.000€. E’ facile immaginare quelli che saranno i ricavi dopo la conclusione degli ammortamenti ed è altrettanto facile capire perché a Gerola si stia procedendo alla costruzione di un Centro Sportivo e Polifunzionale e perché il sindaco di Gerola, stia pensando al pagamento delle bollette dell’energia elettrica dei propri concittadini oltre ad opere pubbliche di rilievo.


Chissà … magari dopo quest’articolo i premanesi avranno le idee un po’ più chiare e forse adesso alla sera nei bar le chiacchiere saranno quelle di persone più consapevoli, o forse non cambierà nulla e si lascerà che le cose vadano così; la cosa certa è che forse ai premanesi sarebbe piaciuto potersi esprimere su una cosa così importante, forse se informati delle forti ripercussioni sull’ambiente di Premana, i cittadini avrebbero potuto dire la loro supportando o condizionando così le scelte fatte dall’amministrazione … perché i premanesi amano il proprio territorio e se messi debitamente al corrente non si sarebbero lasciati depredare di un bene prezioso come l’acqua, soprattutto per il grande rispetto verso i propri antenati che hanno lasciato un territorio che nel corso dei secoli hanno conservato, preservato con cura, immensa fatica e grande amore. Questa delle centrali è purtroppo una questione che in un modo o nell’altro condizionerà la vita delle future generazioni, che non vedranno mai i nostri amati alpeggi così come li abbiamo visti noi, che vedranno al posto di zampilli e gorgogli solo sassi e terra secca… e chi in un modo o nell’altro sta consentendo tutto questo scempio non potrà che passare tristemente alla storia!




“Il Comitato Salviamo i nostri Torrenti”