DAL PASSATO SPUNTA UN RICORDO INATTESO (MA GRADITO)
Da alcuni mesi ho comprato uno smartphone per riuscire a leggere le mail in tempo reale, ma cosa mi capita? Ogni tanto, sinceramente non so il perché, il cellulare mi carica le mail vecchie non cancellate dal computer e così mi ritrovo a dover cancellare testi inutili di diversi anni or sono.
Ma alcune sere fa, mentre leggevo alcune mail per valutarne l’eventuale “cestinazione”, eccomi apparire dal lontano 2010 una mail da Manaus (Brasile) scrittami da …ed è sussulto del cuore … Padre Mario! L’emozione è stata forte e quando ho letto le parole sempre sapienti del nostro caro compaesano, ho provato una gioia così grande da non riuscire a trattenerla solo per me.
Visto che siamo alla soglia del Natale, ho pensato di condividere questo bell'augurio con tutti voi.
È anche un modo per ricordare questo uomo santo che è stato amato dall’Africa, dal Brasile, dall’Italia e da tante, tante persone di Premana.
Cara Margherita,
sto bene e sto aspettando Natale: questa notte sveglieremo l’Onnipotente addormentato nel ventre di una donna, e Gli daremo in dono la nostra precarietà, i nostri sogni e le nostre delusioni, la speranza di un domani più sereno e il lungo dolore di un passato combattuto e spesso... sconfitto. Certo Lui rinnova per ogni stagione il miracolo della sua nascita: ma il cuore umano si apre solo dal di dentro e non sempre siamo in condizioni di aprire. Sta in attesa, al freddo, e batte per nascere.
Avrà l’oro di tutto quanto mi è stato prezioso. Il mio Signore lo avrà in dono questa notte. Assieme a persone dal nome caro e dal volto amato, che ancora camminano sulle strade della storia o sono già approdate alle Sue mani.
È l’incenso della mia gratitudine, della mia gioia. Lui mi ha condotto per strade lunghe e variate, non tanto nel cuore del mondo ma nel cuore di Dio. Ci sono ancora le mie orme, e vorrei che fossero per Lui orme di intima gratitudine. Con Lui sono invecchiato, ma con Lui ho vissuto una eterna giovinezza.
È la mirra del nostro dolore, della nostra inadeguatezza, la mirra delle piccole e insistenti delusioni di ogni giorno, o quella del grande dolore o della costante sofferenza: con quella mirra ungeremo il suo corpo perché sia pronto per la risurrezione. Non ho paura di un bambino, non ho paura di un Dio che si fa misura di tenerezza e fragilità nel seno di una donna. La Parola che si fa carne e che non parlerà per lungo tempo se non con il suo essere sarà la benedizione di tutto quello che di bello sogniamo, e benedirà nascendo anche le nostre stalle e le nostre caverne dove ci rifugiamo sopraffatti dalla solitudine e dalla stanchezza, dallo sconforto e dall’angoscia. Con la sua luce vedremo la luce.
Dio ha inventato l’uomo per umanizzare il mondo.... e poi ha inventato la donna per umanizzare l’uomo. E poi si è reso figlio della donna per umanizzare e consolare la donna. Ti consoli il Signore, Margherita, sempre e comunque. E credi la tua missione. Per Te e tutta la Famiglia, tutti gli amici, BUON NATALE.
Con affetto p. Mario Manaus Natale 2010
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